La Valtellina - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
La rete di musei valtellinesi vanta un gran numero di testimonianze e raccolte di materiale dalla natura più varia, dalla cultura contadina al vino, all’arte alla mineralogia, dalla preistoria agli animali e alle piante.
 Il più prestigioso è il Museo valtellinese di storia e arte di Sondrio, pinacoteca ricca di opere di artisti locali, da non perdere anche i musei della Valchiavenna su tutti il Museo del Tesoro, musei etnografici si trovano a Bormio, Tirano, Chiavenna, S. Antonio Valfurva. Raccolte mineralogiche, naturalistiche sono presenti in Valmalenco, Valmasino, Morbegno, Sondrio, Bormio, Aprica.
 Non mancano luoghi più curiosi come il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio, prima e più antica testimonianza della presenza dell’uomo in Valtellina, oppure il Museo dell’Homo Salvadego, in Val Gerola, dedicato allo “yeti delle Alpi”, o l’Osservatorio Ecofaunistico di Aprica dove è possibile quasi toccare stambecchi, cervi, caprioli e il gallo cedrone. E poi la Galleria dei pompieri, a Mese, il Museo delle moto d’epoca, a Sondrio.
Museo Valtellinese di Storia e Arte
 Il Museo Valtellinese di Storia e Arte è ubicato presso Palazzo Sassi de’ Lavizzari (XVII sec.), nel centro della città di Sondrio. Le collezioni del Museo raccolgono testimonianze archeologiche di epoca preistorica e romana e opere in grado di offrire una panoramica della storia dell’arte valtellinese dal Medioevo al nostro secolo. Di particolare interesse è la collezione del fondo Ligari costituita da dipinti, bozzetti, disegni, stampe, documenti, gessi e strumenti di lavoro della famosa famiglia locale di artisti del XVII-XVIII secolo. A fianco degli spazi espositivi sono attivati numerosi servizi a carattere didattico e di consulenza destinati alle scuole, ai visitatori e ai ricercatori che ne facciano domanda.
Palazzo Besta di Teglio Palazzo Besta di Teglio
 Cuore del Palazzo è il magnifico cortile interno incorniciato da un loggiato con agili colonne a volte leggere cui fanno contrasto le pareti affrescate raffiguranti scene dell’Eneide ed i medaglioni policromi dei padroni di casa. Al piano nobile sono visitabili: il salone d’onore decorato con scene dell’Orlando Furioso, la sala da pranzo con lo splendido soffitto a ombrello e la saletta della creazione.
 Nelle sale al piano terra è allestito l’Antiquarium Tellinum che raccoglie remote testimonianze della civiltà e dell’arte valtellinese; fra queste si impongono le tre pietre “di Caven”, tra cui la Dea Madre o della Fecondità.
Museo del Tesoro e Battistero
 Il Museo del Tesoro che ha sede in un edificio annesso alla collegiata di San Lorenzo a Chiavenna, conserva un vasto corredo di paramenti e arredi sacri, quali croci astìli in rame, una serie di calici e un rarissimo codice musicale dell’XI secolo. Pezzo principale è la “Pace di Chiavenna” copertina di evangelario del XII secolo in oro sbalzato, gemme, perle e smalti, capolavoro dell’oreficeria medioevale: 25 lamine d’oro montate su una tavola di noce. Sono sbalzati i simboli degli evangelisti e la scritta in latino: “Vivano in Cristo e ottengano per mezzo suo il regno coloro che hanno fatto o fatto fare un’opera così”. Secondo la tradizione sarebbe stata donata a Chiavenna da un vescovo tedesco o francese: forse da Cristiano di Magonza che nel 1176 accompagnò il Barbarossa a Chiavenna.
 Al Tesoro sono inoltre esposti i dipinti su tela più significativi, eseguiti dal Cinque al Settecento, attribuiti a Giovan Battista Macolino, ai fratelli Recchi di Como e alle scuole di Luini e Ferrari, insieme a statue che risalgono al XV e al XVI secolo, di fattura prevalentemente tedesca o comunque d’oltralpe. Dal porticato antistante la collegiata si accede al Battistero, fonte battesimale ricavato da un unico blocco di pietra ollare che reca la data 1156. La vasca avente una circonferenza di 6 metri è decorata da sculture a mezzo rilievo che rappresentano la cerimonia del sabato santo per la benedizione dell’acqua battesimale e l’amministrazione del battesimo
Castel de Piro al Grumello
 Conosciuto come Castel Grumello per via del dosso roccioso sul quale è costruito, fu edificato tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento dalla famiglia comense dei De Piro, di parte ghibellina e quindi avversa ai guelfi signori di Sondrio, i Capitanei.
 Il castello sorge in posizione strategica su un promontorio dal quale si domina la città di Sondrio e un gran tratto della valle. E’ a una struttura gemina, vale a dire un fortilizio circondato da mura e composto da due costruzioni che ancora conservano i merli ghibellini a coda di rondine: quella ad occidente, come suggeriscono l’ingresso arcuato, le ampie aperture e i ruderi di una sala con camino, doveva avere carattere prevalentemente residenziale, pur essendo comunque dotata di una torre con feritoie per il corpo di guardia. Quella ad oriente, costruita con massi ben squadrati, aveva funzione militare e comprendeva un’alta torre quadrata di avvistamento e numerosi ambienti distribuiti su più livelli.
 Come la maggior parte delle altre strutture fortificate della valle, castel Grumello fu demolito nel 1526 dai Grigioni, ma doveva essere uno dei castelli più grandi della provincia e comunque, stando agli scavi archeologici in corso, più ampio di quanto si sia creduto finora.
La Basilica della Madonna di Tirano La Basilica della Madonna di Tirano
 Stando alla tradizione, all’alba del 29 settembre 1504 la Madonna apparve al tiranese Mario Omodei promettendo la cessazione della peste, qualora fosse stato costruito un tempio in suo onore nel punto esatto dove era apparsa, vale a dire vicino al ponte della Folla, al di fuori della cinta muraria urbana. I tiranesi, confortati da una serie di eventi ritenuti miracolosi, subito si attivarono e in data 25 marzo 1505, nel corso di una solenne cerimonia, fu posta la prima pietra dell’edificio, ai piedi della medioevale chiesetta di Santa Perpetua.
 Il Santuario a tre navate a croce latina è il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina. Ricco fino all’esuberanza di stucchi e sculture, conserva, all’interno, un colossale organo, preziosa opera di intaglio iniziata nel 1608 del bresciano Giuseppe Bulgarini e completata nel 1638 dal milanese G.B. Salmoiraghi. In virtù della sua posizione è da sempre meta di fedeli provenienti da tutta l’Europa. Papa Pio XII, nel 1946, proclamò la Beata Vergine di Tirano “speciale patrona celeste di tutta la Valtellina”.
Museo dell'Homo Salvadego
 A Sacco, nel Comune di Cosio Valtellino, all’imbocco della Valgerola, a 700 m s.l.m., è aperto questo singolare e interessante museo. All’interno di un locale al primo piano di un edificio in contrada Pirondini, un ciclo di affreschi, opera dei maestri Batestinus e Simon datati 18 maggio 1464, ricopre completamente la stanza. Le quattro pareti sono dipinte con decorazioni, motivi floreali e cartigli, con scritte in caratteri gotici in latino e in volgare riportanti proverbi e motti moraleggianti. Non mancano parti figurative, tra le quali un personaggio dal corpo peloso e dalla barba fluente, munito di un nodoso randello, che si presenta in questo modo: “Ego sonto un homo salvadego per natura, chi me ofende ge fo pagura”. La presenza nella “camera picta” di Sacco di una delle più belle immagini documentate dell’Uomo Selvatico, figura tra le più suggestive della mitologia alpina, ha fatto sì che si creasse intorno un piccolo Museo specialistico.